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Legacy SEO 2025: 7 Rivelazioni Potenti sull’Impatto dell’AI

Search Engine Optimization (SEO) Concept

La SEO che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi 20 anni – fatta di link, on-page, ottimizzazione keyword e ricerca organica – si trova di fronte a una delle sue più grandi rivoluzioni. Il 2025 si presenta come un anno di passaggio fondamentale, complice l’accelerazione delle tecnologie AI nei motori di ricerca, la diffusione degli AI Overviews di Google, e la sempre più evidente separazione tra “impressions” e “click”.
Ma la SEO è davvero morta? No, semplicemente è in piena evoluzione. Chi saprà adattarsi non solo sopravvivrà, ma potrà prosperare. Ecco perché parlare di Legacy SEO oggi è più attuale che mai.

Il termine “Legacy SEO” sta iniziando a circolare tra gli addetti ai lavori come sinonimo di “vecchia scuola”: tecniche che funzionavano ieri e che, pur rimanendo valide in parte, richiedono oggi una profonda revisione strategica. Le regole del gioco stanno cambiando e i numeri lo dimostrano: secondo recenti ricerche, oggi solo 360 click su 1.000 query generano davvero traffico sui siti web.
Sembra una situazione drammatica, ma è anche un’opportunità unica di re-inventarsi.

In questo articolo esploreremo perché la Legacy SEO non è “morta”, ma perché chi si ostina a ignorare l’avvento dell’intelligenza artificiale rischia di restare indietro. Approfondiremo trend, nuove metriche, casi reali, strategie attuabili e una checklist concreta per chi vuole aggiornare davvero la propria presenza online.

Cos’è la Legacy SEO? Origini e principi

La Legacy SEO – chiamata così per distinguerla dalla nuova generazione di ottimizzazione trainata dall’intelligenza artificiale – si basa su principi che, per anni, sono stati il fondamento di ogni strategia digitale efficace:

  • Ricerca e scelta delle keyword
  • Ottimizzazione on-page e off-page
  • Costruzione di backlink di qualità
  • Ottimizzazione dei contenuti e della user experience
  • Misurazione di ranking, traffico organico e conversioni

Fino a pochi anni fa, seguendo queste linee guida, un sito web poteva scalare le SERP di Google in modo prevedibile e – quasi – scientifico. La competizione si giocava sui dettagli: chi sapeva fare meglio keyword research, produrre contenuti più approfonditi e guadagnare link di valore, si prendeva il traffico.

Oggi questi pilastri sono ancora importanti, ma rappresentano solo una parte di un quadro molto più complesso, reso tale dall’arrivo dell’AI.
I motori di ricerca stanno diventando sempre più “assistenti conversazionali”, e la semplice ottimizzazione keyword non basta più. L’obiettivo si sposta verso la soddisfazione di intenti informativi complessi e il posizionamento come fonte autorevole nel proprio settore.

Il declino dei click: dati e trend attuali

L’ultima grande rivoluzione della SEO? Il crollo dei click, anche quando le impression continuano a salire.
Secondo Michael King, noto esperto SEO americano, oggi “SEO isn’t dead; it’s deprecated”. Tradotto: la SEO non è morta, ma è stata “deprecata” (ossia superata nelle sue forme storiche).
I dati presentati da Zyppy.com sono inequivocabili: su 1.000 ricerche, solo 360 click raggiungono realmente i siti web. Questo significa che il 64% delle query non genera traffico diretto, perché le risposte vengono consumate direttamente sulla SERP o tramite “AI Overviews” di Google.

Ecco alcuni motivi chiave di questa tendenza:

  • L’aumento delle risposte zero-click (snippet, knowledge panel, answer box)
  • Il boom delle ricerche vocali e conversazionali
  • La crescita degli AI Overviews, che forniscono risposte sintetiche e spesso “esaustive”
  • L’evoluzione delle abitudini degli utenti, sempre meno propensi a cliccare

Di conseguenza, anche siti ben ottimizzati vedono diminuire la quota di traffico organico, a fronte di un volume costante (o in crescita) di impressioni.

Il “Grande Distacco”: impressioni sì, click no

Mai come oggi si nota un vero e proprio “decoupling” tra impressioni e click.
Cloudflare, nella sua ultima analisi, conferma che il volume di impressioni può restare stabile o addirittura crescere, mentre i click effettivi diminuiscono.

Questo fenomeno è stato ribattezzato “The Great Decoupling”: una separazione storica tra visibilità e traffico, causata da:

  • Maggior spazio dato alle risposte AI (AI Overviews, box generativi)
  • Riduzione dei risultati “classici” organici nelle prime posizioni
  • User journey che si conclude nella SERP stessa, senza click esterni

Per i brand, questo significa dover ripensare le metriche di successo: non basta più misurare i click, serve valutare la “brand presence” nelle risposte AI e la percezione dell’autorevolezza nei confronti dell’utente.

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Google e l’avvento degli AI Overviews

Con l’introduzione degli Google AI Overviews e Google AI Mode, Google ha ufficialmente “cambiato le regole del gioco”.
Questa nuova funzionalità – chiamata anche SGE (Search Generative Experience) – utilizza modelli linguistici avanzati per offrire risposte complete, sintetiche e “conversazionali” direttamente sulla pagina dei risultati.

I punti chiave degli AI Overviews:

  • Offrono agli utenti una sintesi informativa esaustiva (presa da molteplici fonti)
  • Limitano la necessità di click per approfondire (soprattutto su domande semplici)
  • Mostrano le fonti, ma spesso in modo meno visibile rispetto ai risultati classici
  • Danno sempre più importanza alla reputazione e all’autorevolezza dei siti citati

La vera rivoluzione non sta solo nella tecnologia, ma nel modo in cui cambia la dinamica “domanda-risposta” del search: la conversazione sostituisce la lista di link.

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In che modo l’intelligenza artificiale di Google AI Mode sta cambiando la scoperta e perché i dati la guidano

La modalità AI di Google è solo uno dei numerosi cambiamenti che stanno rimodellando la ricerca. Scopri in che modo l’intelligenza artificiale sta cambiando la scoperta e perché i dati strutturati e le menzioni autorevoli sono ora il vantaggio competitivo del tuo brand.

Per decenni, ci siamo affidati a un modello per trovare informazioni: digitare una query, scansionare un elenco di link, fare clic per esplorare. Questo era il progetto della ricerca, un ecosistema costruito attorno ai link blu, alle classifiche e alla corsa per il primo posto.

Ma quel modello sta svanendo.

Nella ricerca tradizionale, la scoperta era un processo lineare. Hai inserito parole chiave, esaminato le opzioni e fatto clic sulle pagine per ottenere ciò di cui avevi bisogno. La qualità di questi risultati dipendeva da segnali di ranking come backlink, parole chiave e SEO tecnica.

Nella Modalità AI Google, la scoperta è modellata da qualcosa di completamente diverso: la fluidità dei dati

I motori di risposta non visualizzano un elenco di pagine. Forniscono informazioni sintetizzate. Non ti indirizzano al contenuto; Inseriscono i contenuti nella conversazione. E le informazioni che vengono visualizzate dipendono da quanto sono strutturati, aggiornati e leggibili dalla macchina i tuoi dati e se il tuo marchio è citato da fonti affidabili e autorevoli che l’intelligenza artificiale utilizza per convalidare e arricchire le sue risposte.

Per i marchi, questo è un cambiamento fondamentale.

Non stai solo competendo per i clic. Sei in competizione per essere compreso da sistemi che riassumono e decidono per tuo conto, spesso prima che un cliente raggiunga il tuo sito.

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Aneddoti da Google: interviste e citazioni chiave

Durante i vari eventi Google I/O e le interviste ufficiali, è stato chiaro il cambio di rotta.
Prabhakar Raghavan (SVP Search di Google) ha dichiarato:

“L’utente cerca esperienze, non solo informazioni. L’AI Overviews è progettato per dare risposte utili, comprensibili e contestuali.”

Lo stesso Sundar Pichai, CEO di Alphabet, sottolinea come l’AI search debba evolvere per “prevedere i bisogni dell’utente, non solo reagire”.
DeepMind ha contribuito alla creazione di modelli sempre più raffinati per la ricerca generativa, mettendo al centro non solo la pertinenza ma anche la “comprensione” profonda del contesto.

Queste citazioni aiutano a capire che la SEO del futuro sarà sempre più dialogica e “umana”, e sempre meno tecnica e algoritmica.

Generative Information Retrieval: nuovo paradigma

Il termine “Generative Information Retrieval” sta entrando nel vocabolario degli addetti ai lavori.
Si tratta di un nuovo paradigma di ricerca, basato sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per:

  • Comprendere meglio l’intento di ricerca dell’utente
  • Generare risposte personalizzate e approfondite
  • Combinare informazioni da fonti diverse per creare “panorami informativi” su misura

Per i SEO significa dover pensare i contenuti non solo per le keyword, ma per i bisogni reali (e spesso impliciti) degli utenti.
Si apre una nuova era, dove la capacità di “educare l’AI” (tramite segnali di autorevolezza, chiarezza e approfondimento) diventa centrale per ottenere visibilità.

Termini emergenti: GEO, AEO, AI SEO e oltre

Come cambiano i termini in uso? Alcuni acronimi stanno guadagnando terreno:

  • GEO (Generative Engine Optimization): Ottimizzazione per motori “generativi”
  • AEO (Answer Engine Optimization): Ottimizzazione per motori “risposta”, non solo “ricerca”
  • AI SEO: Ottimizzazione dei contenuti e dei siti per l’intelligenza artificiale, compresa la formazione di modelli linguistici

Queste discipline si sovrappongono alla SEO tradizionale, ma richiedono nuove competenze:

  • Saper scrivere per “essere citati” dagli AI Overviews
  • Strutturare le informazioni per favorire l’estrazione di dati
  • Curare la reputazione online (brand authority) come leva SEO

Perché la Legacy SEO “funziona ancora… ma meno”

Chi lavora nel digitale lo sa: la SEO tradizionale non è ancora sparita.
Ottimizzare title, meta, velocità, link e contenuti resta essenziale per presidiare le prime posizioni organiche… dove ci sono. Tuttavia, la quota di traffico ottenibile si sta rapidamente riducendo, soprattutto su query informative e conversazionali.

I contenuti evergreen, le guide approfondite, le risorse di valore continuano a funzionare, ma rischiano di venire “sintetizzate” dagli AI Overviews.
Questo impone un cambio di mentalità: da “vincere la SERP” a “influenzare le risposte AI”.

Metriche oggi: oltre clic e posizionamento

Uno degli errori più comuni è affidarsi ancora solo a “ranking” e “click” per valutare il successo SEO.
Nell’era dell’AI Search, le metriche che contano sono:

  • Visibilità come fonte nei box AI (essere citati)
  • Share of Voice nelle ricerche conversazionali
  • Brand recall e reputazione (anche senza click)
  • Performance tecnica e UX
  • Engagement, tempo speso sulla pagina, micro-conversioni

Gli strumenti di analytics si stanno evolvendo per includere nuovi dati: visualizzazioni in box AI, mention nei generative summaries, frequenza di comparsa come fonte.

Come evolvere: strategie da adottare subito

Come restare competitivi nella nuova era della SEO?

  • Puntare sulla reputazione: aumenta la tua authoritativeness tramite PR digitali, menzioni di qualità, collaborazione con esperti.
  • Struttura i contenuti per l’AI: usa tabelle, elenchi puntati, FAQ e blocchi informativi chiari.
  • Sfrutta le nuove SERP: monitora la presenza nelle AI Overviews e ottimizza per essere citato.
  • Aggiorna costantemente i contenuti: l’AI valorizza fonti recenti, aggiornate e affidabili.
  • Investi in UX e velocità: Google non rinuncia a premiare i siti rapidi, accessibili e mobile-friendly.

Case study e esempi reali (Cloudflare, Zyppy, Razorfish)

Vediamo alcuni esempi pratici:

  • Cloudflare ha notato un aumento di impressioni e una diminuzione di click, spingendo sull’ottimizzazione per le AI Overviews.
  • Zyppy.com ha analizzato centinaia di migliaia di query, confermando il “Great Decoupling”.
  • Razorfish ha sperimentato strategie “Generative SEO”, curando micro-dati e formattazione per essere inclusi come fonte AI.

Questi casi dimostrano che chi investe nell’adattamento alle nuove regole vede risultati migliori, anche in uno scenario incerto.

Strumenti e tecniche SEO per l’era AI

Quali tool usare oggi?

  • Strumenti di monitoring AI SERP: SEOClarity, OnCrawl, Semrush Sensor AI
  • Content optimization per AI: SurferSEO, Clearscope, MarketMuse
  • Monitoraggio reputazione e menzioni: BrandMentions, BuzzSumo

E non trascurare l’uso di dati strutturati (schema.org), microdati e FAQPage per aumentare le possibilità di “estrazione” da parte degli algoritmi AI.

Oggi il posizionamento passa dalla credibilità.
Per emergere tra le risposte AI:

  • Cura la tua presenza su fonti autorevoli
  • Partecipa a conversazioni verticali di settore
  • Sfrutta testimonial, partnership, recensioni certificate
  • Valorizza la firma degli autori e le competenze (“E-E-A-T”)

Più il tuo brand è riconoscibile e citato, più l’AI tenderà a preferirlo nelle sue sintesi informative.

Ottimizzazione tecnica: UX, Core Web Vitals e mobile

I fattori tecnici restano fondamentali:

  • Velocità di caricamento (Core Web Vitals)
  • Navigazione intuitiva
  • Responsive design
  • Sicurezza HTTPS
  • Accessibilità

Un sito tecnicamente ottimizzato non solo viene premiato dai ranking tradizionali, ma è anche più facile da “analizzare” dagli algoritmi AI.

Misurazione delle performance nell’era AI

I report devono cambiare:

  • Monitora la presenza nei box AI e nelle risposte generative
  • Analizza le query che generano impressioni ma pochi click
  • Misura la share of voice e il brand recall
  • Integra i dati classici (GA4, GSC) con strumenti di AI analytics

Sfide e rischi: traffico in calo, penalizzazioni, attributi

Nuove sfide emergono:

  • Riduzione fisiologica del traffico organico “classico”
  • Necessità di “educare” l’AI, evitando penalizzazioni e attribuzioni errate
  • Rischio di essere “citati ma non cliccati”

La risposta? Flessibilità, aggiornamento continuo e analisi delle nuove metriche.

Prospettive future: conversazione come interfaccia

Tutto porta verso un modello di search “conversazionale”, dove l’interazione utente-motore si trasforma in dialogo.
Prepararsi a questo scenario significa:

  • Produrre contenuti “dialogici” (FAQ, domande e risposte, tutorial)
  • Sperimentare con chatbot e assistenti vocali
  • Mantenere alta la capacità di sintesi, chiarezza e utilità delle risposte

Checklist operativa per aggiornare la tua SEO

  • Mappa i contenuti “legacy” e individua quelli da aggiornare per l’AI
  • Implementa schema, microdati e formati ottimizzati per l’estrazione AI
  • Cura la tua reputazione digitale (citazioni, menzioni, recensioni)
  • Monitora le nuove metriche e aggiorna i KPI SEO
  • Sperimenta tecniche GEO/AEO su query a basso click

Domande frequenti (FAQ)

Che cos’è la Legacy SEO?
La Legacy SEO rappresenta l’insieme delle tecniche tradizionali di ottimizzazione dei motori di ricerca, basate su keyword, backlink e ottimizzazione tecnica.

Gli AI Overviews di Google penalizzano la SEO classica?
Non la penalizzano, ma riducono la quota di click generabili, spostando il valore verso la presenza come fonte nei risultati AI.

Cosa cambia per le aziende?
Serve aggiornare le strategie, puntare su contenuti di qualità e monitorare nuove metriche, come la visibilità nei box AI.

Conviene investire ancora nella SEO?
Sì, ma serve diversificare: non solo ottimizzazione classica, ma anche strategie GEO, reputazione e contenuti dialogici.

Quali strumenti usare?
Oltre ai classici Google Analytics e Search Console, è utile aggiungere tool di monitoring AI SERP e strumenti di content optimization per AI.

Come prepararsi al futuro?
Investi nella tua autorevolezza, aggiorna i contenuti, punta su UX e monitora la tua presenza nei risultati AI.

Conclusione: evolversi per sopravvivere nel search SEO

La Legacy SEO non è morta, ma chi resta ancorato al passato rischia di perdere le nuove opportunità offerte dall’AI.
Aggiornarsi è ormai una necessità: chi adotta un approccio flessibile, integra le nuove tecniche e investe in autorevolezza, può continuare a ottenere risultati eccellenti anche nel 2025 e oltre.

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